Behind the (NOOO) Lens, dietro la camera della nostra Content Production: intervista ad Alberto, Claudio e Simone.

Conosciamo più da vicino, attraverso questa intervista, il trio creativo che anima NOOO Lens, la unit di content production di NOOO.

25 Giugno, 2023 - ~ 5 minuti

Behind the (NOOO) Lens, dietro la camera della nostra Content Production: intervista ad Alberto, Claudio e Simone.

Alberto Chiggiato, Claudio Marini e Simone Dalla Costa sono l’anima di NOOO Lens, la unit di Content Production di NOOO. Condividono la stessa passione per il videomaking e la fotografia, ma si distinguono per il loro background accademico, professionale e per l’originale approccio stilistico. Queste eterogeneità rappresentano un valore aggiunto per il team e sono il motivo per cui abbiamo deciso di farveli conoscere più da vicino, attraverso questa intervista multipla.

Ci raccontate il vostro background accademico e lavorativo e come le varie esperienze vissute stanno influenzando oggi la vostra attività?

Alberto: Sono nato come Graphic Designer e a questa formazione sono profondamente grato perché tuttora mi consente di dare vita a tutto ciò che può valorizzare un’immagine in termini di equilibrio. Dallo scatto di una fotografia, all’inquadratura di un video, è sempre necessario comprendere il vero scopo comunicativo attraverso la conoscenza del mezzo finale di diffusione. Grazie al mio background, sono sempre in grado di inserire un soggetto nel suo migliore contesto. Per me, è sempre una questione di “gestione dello spazio, della luce e delle forme”, affinché un contenuto venga modellato nel suo massimo potenziale espressivo. 

Claudio: Ho iniziato con la musica. Cantavo Rap e volevo affacciarmi al mondo dei videoclip per i miei brani. È lì che ho incontrato Simone ed è stato l’inizio di un lungo percorso insieme. Agli esordi, giravamo video con dei vecchi iPhone, ottenendo risultati validi, ma poi, con il tempo, siamo passati ad attrezzature più sofisticate e professionali. A un certo punto, mi sono accorto di aver iniziato a scrivere le mie canzoni in base ai video che volevo realizzare, e non più il contrario: era ormai evidente che la mia strada si stava delineando, e da allora non ho più lasciato quella che ho scoperto essere la mia più grande passione. Il filmmaking. 

Simone: Durante l’adolescenza, la passione per il cinema ha innescato il mio amore per il filmmaking. Tutti i miei weekend erano dedicati all’audiovisivo, tra cinema, serie televisive e cartoni animati, mentre con i miei genitori frequentavo entusiasticamente anche il teatro, affascinato dalle scenografie e dalle performance degli attori. Durante il periodo delle scuole superiori, ho ampliato il mio interesse verso i videoclip musicali. La produzione di video per i brani di artisti emergenti ha preso vita grazie alla mia prima videocamera, portandomi su un terreno fertile di sperimentazione artistica. Purtroppo, all’epoca era difficile trovare corsi online di “videomaking”, ma ciò non mi ha fermato: ho deciso di iscrivermi alla SAE di Milano, Università specializzata nel Cinema. In quei tre anni ho affinato le mie abilità, accumulato esperienze professionali e dedicato tempo allo studio, aprendomi completamente alla professione che oggi svolgo con passione. 

ALBERTO CHIGGIATO

Partiamo dalla suggestione fornita dalla parola Lens, come vi sentite quando guardate il mondo attraverso una lente?

Alberto: La fotografia è stata per me “amore a prima vista”, e questa passione mi ha guidato nell’osservazione della realtà fino a oggi. La “lente” è per me prima di tutto una bella sensazione. Riuscire a dare forma al mio immaginario personale attraverso ciò che vedo e che devo catturare significa imparare a guardare davvero il mondo che mi circonda. Come fotografo, ho una responsabilità straordinaria nel trasmettere il mio background di vita e di lavoro attraverso uno scatto, perché è esattamente questo che succede: ogni foto rappresenta una riflessione di tutto ciò che ho vissuto fino a quel momento, una prospettiva personale e unica che posso condividere con gli altri, donando loro un’esperienza emotiva autentica. 

Claudio: La sensazione più straordinaria, per me, è quella di poter esercitare un certo controllo sulla realtà. La fotografia è un mezzo che mi consente di decidere cosa voglio davvero mostrare e in che modo desidero farlo. È come se potessi plasmare il mondo secondo la mia visione personale delle cose. È una forma d’arte esplorativa, che mi spinge a cercare nuove prospettive, a sperimentare con la luce, i colori, le composizioni, e me stesso.

Simone: Mi sento come un osservatore privilegiato, in grado di catturare frammenti di realtà e trasformarli in immagini significative. La “lente” mi permette di concentrarmi su dettagli che altrimenti potrebbero sfuggirmi, di creare una narrazione visiva e di comunicare emozioni attraverso le immagini che catturo. È una sensazione di potere creativo e di connessione con il mondo che mi circonda.

CLAUDIO MARINI

Quali sono le situazioni più complesse che vi siete trovati a risolvere con successo all’interno di una produzione?

Alberto: Il cambiamento del clima durante le riprese all’aperto può rappresentare un notevole ostacolo. Pioggia, troppo sole o vento, sono situazioni impreviste che richiedono soluzioni immediate per preservare la qualità delle foto o delle riprese video. Spesso, ciò implica trovare una location alternativa e sfruttare al massimo la creatività per trasformare l’imprevisto in un’opportunità. Ad esempio, una luce inaspettata può risultare originale e unica, se saputa gestire in certi contesti.

Claudio: In questo lavoro, ci sono spesso molte sfide da affrontare, ma le soluzioni si trovano sempre, grazie alla perfetta alchimia tra i membri del team creativo e alla loro capacità di collaborare. Quando il team è unito, infatti, non si viene spaventati dalle difficoltà perché si è consapevoli che insieme è possibile superare qualunque sfida. 

Simone: Come tutti, mi è successo di riscontrare problemi sul set. Fa parte dei rischi del mestiere ed è spesso inevitabile. Per esempio, durante una produzione, la corrente elettrica è saltata improvvisamente nella location che avevamo affittato per quel giorno. Ho dovuto procurarmi un generatore per completare il lavoro. In un’altra occasione, durante le riprese di un video musicale al lago di Iseo, si è scatenato un temporale non previsto dal meteo. L’artista, che avrebbe dovuto presentarsi al mattino, è arrivato nel primo pomeriggio a causa di un ritardo del treno, e proprio quando ha cominciato a piovere! Abbiamo dovuto spostare le scene all’interno di una villa vicino alla piscina e fare alcuni scatti esterni, modificando la luce in post-produzione. Il segreto per superare questi ostacoli è credere che esista sempre una soluzione e chiedere consiglio ai colleghi che hanno già affrontato situazioni simili.

SIMONE DALLA COSTA

Quali sono i maggiori sviluppi che avete notato nel vostro settore nell’ultimo anno? Quali sono i nuovi trend che si stanno delineando?

Alberto: Noi, come molti altri, facciamo ampio uso dell’IA nel nostro gruppo. Stiamo apportando importanti modifiche per integrare questo strumento alla nostra creatività. Tuttavia, soprattutto nel campo della fotografia, la vera creatività non può essere sostituita dall’applicazione dell’intelligenza artificiale se non per questioni strettamente tecniche. La visione artistica rimane il fondamento di un progetto di successo e non può essere sostituita interamente.

Claudio: Il videomaking sta diventando una tendenza diffusa. L’attrezzatura necessaria è sempre più accessibile a un vasto pubblico. Di conseguenza, ci sono molti giovani neofiti che si avventurano su questa strada. Tuttavia, soltanto pochi riescono a “resistere” in questo ambiente e a ottenere risultati di buona qualità sul lungo periodo, sia in termini di creatività che di qualità professionale. È necessaria una vera preparazione, ma anche autentica passione, unita al talento e alla determinazione, qualità imprescindibili per operare con successo in un settore sempre più competitivo.

Simone: I social network hanno generato una crescente richiesta di contenuti multimediali. I clienti preferiscono ora grandi quantità di mini-contenuti per pubblicazioni frequenti sui loro canali social, al posto di un singolo video, lungo ed elaborato. Ciò non compromette la qualità, ma li rende più accessibili e diretti al pubblico, con un linguaggio più giovane e attuale. Questo ha aperto nuove opportunità di servizi da offrire. Inoltre, la tecnologia basata sull’intelligenza artificiale ha rivoluzionato il montaggio video e la post-produzione fotografica. È ora possibile ottenere risultati che erano difficili da raggiungere in passato, sia in termini di qualità che di velocità. Ad esempio, Adobe ha sviluppato uno strumento basato sull’IA che rimuove la musica e i rumori dalle registrazioni audio, il che è spettacolare!

NOOO Lens è la unit in house di NOOO, dedicata alla content production e specializzata in shooting, video making e motion graphics.

Quali sono state le persone o i contesti che vi hanno più ispirato nell’ultimo anno?

Alberto: Sono stato ispirato da molte persone, ma le prime che mi vengono in mente sono Marco Varoli, un esperto di still life artistico nel food system, che mi ha fatto scoprire la cultura che si cela dietro ogni tipo di cucina; e il fotografo Marco Onofri che ha una visione molto originale della moda. Inoltre ci sono anche due serie TV che mi hanno ispirato. In primis, “Black Mirror”, che affronta tematiche legate all’innovazione tecnologica integrata con la società umana, e “Better Call Saul”, che mi ha affascinato per la fotografia straordinaria e le tecniche di ripresa innovative. Ho anche tratto ispirazione da un podcast intitolato “Convivium, L’Itaca per Aspiranti Fotografi” di Michael Bertolasi, che durante la pandemia ha iniziato a intervistare i più grandi fotografi italiani per raccontare le loro esperienze e il loro percorso personale.

Claudio: Ho avuto la fortuna di collaborare con diversi creativi che provengono dal mio stesso background, come ad esempio i fotografi Andrea Favarin e Francesco D’Errico del collettivo Unsaporediverso. Dai lavori che ho avuto la fortuna e il piacere di svolgere con loro ho preso una forte ispirazione, soprattutto per quanto riguarda l’approccio artistico e creativo.
In generale, credo fermamente nell’importanza della condivisione artistica per mantenere le idee sempre fresche e stimolare la collaborazione, senza protagonismi inutili. Ma, naturalmente, traggo molta ispirazione anche dal Cinema. Un esempio fra tutti è il film “Interstellar” diretto da Christopher Nolan, che guardo ogni volta che mi appresto a iniziare un progetto importante.

Simone: Sto guardando una serie su Netflix chiamata “I film della nostra infanzia“, che tratta dei retroscena di alcuni capolavori della cinematografia. La consiglio vivamente perché racconta come alcuni registi famosi, come Spielberg o Burton, abbiano affrontato situazioni difficili durante la realizzazione dei loro film, con budget limitati, problemi sul set e gravi difficoltà con gli attori protagonisti, ma anche di come siano riusciti a risolvere tutto, spesso all’ultimo momento e con un “colpo di genio”. Affascinante. 

L’aftermovie dell’esperienza vissuta da NOOO Lens alla Design Week 2023 a Milano


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