Sicurezza e tutela dei minori online: le nuove sfide dei social

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04 November, 2025

Il tema della privacy è un argomento molto delicato. Ormai lo scambio di dati potrebbe essere quasi definito un baratto: cediamo le nostre informazioni in cambio dell’accesso a servizi e non sempre siamo consapevoli di ciò che accettiamo.Ma quanto è importante la sicurezza dei dati per i singoli utenti? Non tutti sono consapevoli di ciò a cui acconsentono, regaliamo i nostri dati alle aziende troppo facilmente, senza pensare alle conseguenze che ci sono dietro a quel “Accetta tutti i cookie”.

Friend Map, la nuova funzione di Instagram

Nulla sfugge agli utenti più attenti di Instagram e, ancora una volta, a fare i conti con le polemiche sulla sicurezza è stato Meta.
Ad agosto sono state introdotte nuove funzioni sulla piattaforma, tra cui “Friend Map”, una feature che consente di visualizzare in tempo reale la posizione dei propri amici e questo ha generato non poche preoccupazioni

Meta è infatti noto per “ispirarsi” (anche un po’ troppo) alle altre app competitor. Nel 2017, il colosso della messaggistica Snapchat, aveva introdotto “Snap Map” con le stesse identiche caratteristiche di “Friend Map”.
La questione della privacy e cessione dei dati non è passata inosservata da parte degli utenti di Meta. In molti si sono infatti chiesti se questo non fosse altro che l’ennesimo pretesto per acquisire quanti più dati possibili anche a costo di mettere a rischio la privacy e la sicurezza degli utenti.

Friend Map si attiva automaticamente con l’aggiornamento dell’app, senza richiedere un consenso esplicito e può essere disattivato solo manualmente.

Le motivazioni per cui questa funzione potrebbe essere problematica sono diverse: innanzitutto consente agli hacker di acquisire i dati delle persone e di accedere alla loro posizione in tempo reale. Diventerebbe un problema e preoccupazione per le vittime di stalking; i minori potrebbero essere ulteriormente in pericolo; i dati potrebbero essere usati a fini commerciali senza un consenso esplicito, ad esempio per campagne pubblicitarie mirate.

Ormai le persone che non hanno una presenza online si contano sulle dita di una mano. Condividiamo i nostri dati con troppa facilità, in un contesto in cui siamo costantemente osservati e ascoltati. Negli ultimi anni ci siamo trovati quasi costretti a ridefinire il concetto di privacy e a rivedere le nostre priorità in nome della sicurezza. Non tutti, però, sono consapevoli del valore dei propri dati e li cedono senza riflettere.

TikTok: le nuove funzioni di parental blocking

Per creare uno spazio sempre più sicuro e adatto anche ai più giovani, TikTok ha deciso di rafforzare il “parental control”, un sistema lanciato cinque anni fa per aiutare i genitori a monitorare e gestire l’attività degli adolescenti sulla piattaforma.

Le nuove funzioni integrate recentemente consentono di monitorare il tempo di utilizzo della piattaforma e garantiscono una pagina dei “Per te” più sicura e adatta a degli adolescenti, inoltre i genitori verranno avvisati ogni volta che i figli posteranno un video o una storia visibile a tutti. Questi interventi dovrebbero tutelare ulteriormente i giovani, purtroppo però ci sono degli stratagemmi per bypassare il parental blocking.

OpenAI limita ChatGPT ai minori dopo un caso di suicidio

Sempre più persone trovano conforto nell’intelligenza artificiale, ma non sempre questo strumento è in grado di riconoscere i segnali pericolosi e di dissuadere le persone a commettere gesti estremi.

Adam Raine, un 16enne californiano, ha purtroppo deciso di compiere il gesto estremo e di togliersi la vita lo scorso aprile. Il ragazzo ha avuto per mesi conversazioni con ChatGPT dove chiedeva informazioni specifiche su come togliersi la vita.

Visti i recenti fatti, le nuove linee guida vietano in modo assoluto agli utenti minorenni di coinvolgere ChatGPT in discussioni relative a tematiche sensibili come suicidio, autolesionismo o contenuti allusivi, anche laddove queste richieste emergano in contesti creativi o apparentemente innocui. 

“Stiamo addestrando i nostri modelli affinché rifiutino qualsiasi discussione su questi argomenti con i minori, anche in presenza di una richiesta esplicita”, ha dichiarato Sam Altman, sottolineando la volontà di costruire una barriera netta tra l’AI e le conversazioni potenzialmente dannose per gli adolescenti.

Non è la prima volta che un sistema di intelligenza artificiale è accusato di aver aiutato una persona a suicidarsi. Altri adolescenti hanno compiuto il gesto estremo dopo aver consultato per mesi ChatGPT e aver raggirato i messaggi standard che manda quando vengono fatte certe domande.

Sempre nel 2024, Gemini, il chatbot di Google, aveva consigliato a un utente di uccidersi.


Chat Control: sicurezza o libertà?

Il controverso regolamento europeo ha mosso i primi passi nel 2022 ed è arrivato ora a una fase decisiva, in cui i membri dell’Unione Europea dovranno decidere se sostenere o meno la nuova legge.

La proposta della Commissione europea che prevede l’uso di un algoritmo capace di controllare foto, file e messaggi privati per contrastare forme di criminalità online, in particolare servirebbe per individuare pedofili e terroristi.

L’Italia è tra l’elenco dei paesi ancora indecisi anche se il governo Meloni sembrerebbe essere propenso al sì. Dunque se la legge dovesse passare, i nostri dati potrebbero essere esaminati in qualsiasi momento e questo limiterebbe ancora di più la nostra privacy.
Colossi come Meta e Signal hanno annunciato di lasciare l’Europa se Chat Control venisse approvato perché questo comporterebbe una grave invasione della privacy e la fine della crittografia end-to-end.

I pareri sono divisi, si tratta di rinunciare alla propria libertà e alla propria privacy per potenzialmente aiutare qualcuno.

Nel 2025 il concetto di privacy è diventato quasi inesistente e si discosta profondamente da quello che immaginavamo fino a pochi anni fa. La sfida dei prossimi anni sarà trovare un equilibrio tra sicurezza e tutela della privacy, senza sacrificare l’una a favore dell’altra.

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