Sopravvissuti ai Cartoni Animati: dalla saga epica di Dragon Ball ai drammi storici di Lady Oscar, una pagina amarcord che fa rivivere traumi e gioie della nostra infanzia televisiva

In un mondo in cui la nostalgia si intreccia con la passione, il fenomeno social di Sopravvissuti ai Cartoni Animati si erge come la celebrazione vivida di un'epoca indimenticabile.

23 November, 2023 - ~ 9 minuti

Intervista esclusiva all’Admin Dorina Polinari.

Un team di sei persone, tra cui il fondatore Giampaolo Sacconi e l’admin della pagina Instagram Dorina Polinari, hanno saputo incantare oltre 300.000 seguaci tra Facebook e Instagram con un’emozione semplice ma potente: l’amore per i classici dell’animazione giapponese.

Con un archivio che risveglia i ricordi di serie leggendarie come Ken il Guerriero e Candy Candy, questa pagina offre non solo intrattenimento, ma un vero e proprio viaggio nel tempo. Un successo nato spontaneamente, senza l’ausilio della sponsorizzazione, in un mondo digitale dove l’organico è re.

La piattaforma non si limita a celebrare la passione per le serie animate, ma si impegna attivamente nella solidarietà sociale attraverso il progetto “Anime Solidali”. Questa iniziativa parallela ha già lasciato un segno tangibile: ha organizzato raccolte fondi benefiche a sostegno del reparto oncologia pediatrica dell’Ospedale Gemelli, ha contribuito agli sforzi di soccorso in seguito al terremoto di Amatrice e ha fornito aiuti alla Croce Rossa durante la pandemia di COVID-19. È un’espressione di altruismo che riflette il desiderio di essere eroici non solo sullo schermo, ma anche nella realtà. La nascita di “Anime Solidali” è avvenuta grazie alla mobilitazione della comunità sulla pagina Facebook, trasformando l’amore per i cartoni in azioni concrete di aiuto verso chi ne ha più bisogno.

Sfogliando le prossime pagine di NOOO Borders, vi invitiamo a immergervi nell’intervista esclusiva con Dorina Polinari e a scoprire i segreti di un fenomeno culturale senza età. Insieme, scopriremo come i valori e le emozioni dei nostri cartoni animati preferiti non solo abbiano plasmato la cultura popolare, ma continuino a influenzare e a ispirare attraverso storie che hanno lasciato un’impronta indelebile nel cuore di intere generazioni. Un viaggio emozionante che promette di riscaldare i cuori e di risvegliare il bambino in ognuno di noi.

Ciao Dorina, potresti raccontarci com’è nata l’idea di creare la pagina Sopravvissuti ai Cartoni Animati e quale ispirazione si cela dietro a questo progetto così unico?

L’ispirazione alla base della nostra pagina ‘Sopravvissuti ai Cartoni Animati’ è piuttosto affascinante e nasce da un desiderio comune al mio gruppo di collaboratori: condividere e celebrare i ricordi della nostra infanzia. Il nome della pagina è eloquente; esso evoca i ‘traumi infantili’ lasciati dai cartoni animati giapponesi, ma allo stesso tempo riflette la resilienza: siamo sopravvissuti a quei “traumi”, siamo qui e stiamo bene!

Questo progetto nasce infatti dal confronto tra i cartoni animati del passato, che non esitavano a mostrare la vita nella sua complessità, e quelli moderni, che tendono a essere più edulcorati. Un tempo, i cartoni giapponesi, pur essendo destinati ad un pubblico adulto, venivano trasmessi da noi in Italia come se fossero per bambini, quindi senza filtri. Oggi, invece, sembra esserci una schermatura totale: i bambini sono protetti da potenziali ‘traumi’ e i cartoni sembrano seguire sempre un copione leggero e con un lieto fine garantito. La nostra pagina vuole mandare un messaggio preciso, riportando in vita quei ricordi e offrendo una via di mezzo: un equilibrio tra la completa esposizione di un tempo e la protezione a volte eccessiva di oggi. Se un tempo forse eravamo lasciati troppo soli davanti alla televisione, oggi ci siamo spinti all’estremo opposto.

Immagine tratta dalla pagina Facebook Sopravvissuti ai traumi infantili provocati dai cartoni animati giapponesi 

Passare da Facebook a Instagram spesso comporta sfide significative in termini di coinvolgimento del pubblico. Potresti condividere con noi come avete sfruttato le potenzialità di Instagram per crescere rapidamente la vostra community?

La nostra crescita su Instagram è stata notevolmente accelerata grazie a un momento di pura ispirazione. Abbiamo creato un reel che catturava un ricordo molto caro ai fan: l’emozionante addio tra Candy Candy e Terence. Questo contenuto ha risuonato con molti dei nostri follower, evocando una nostalgia collettiva, ed è diventato virale. Questa connessione emotiva ha attirato un numero crescente di persone alla nostra pagina, consentendoci di espandere la nostra community molto più rapidamente di quanto avessimo previsto.

In che modo la fruizione dei cartoni animati è cambiata con il passaggio dalla televisione ai social media, e quali opportunità o sfide questa transizione ha portato, secondo la vostra esperienza?

La transizione dalla televisione ai social media ha significativamente trasformato il modo in cui i cartoni animati vengono fruiti. Su Facebook, notiamo che i nostri follower sono prevalentemente nostalgici; lo si evince dai commenti, che riflettono le esperienze di chi è effettivamente cresciuto guardando questi cartoni. Su Instagram, invece, ci troviamo di fronte a una generazione di giovanissimi che, grazie a Internet e alle piattaforme di streaming, stanno riscoprendo questi classici dell’animazione. Ci piace stimolare i nostri seguaci con post provocatori del tipo: “Ti ricordi di questa scena? Allora sei vecchio!”.

È sorprendente vedere ragazzi di 14 anni che conoscono gli anime classici perché li hanno cercati e recuperati di proposito, quasi come dei veri e propri ‘nerd’ alla ricerca di tesori dimenticati. A differenza di noi, che li guardavamo da bambini, questi ragazzi li scoprono in un’età più matura, adatta a comprendere appieno i temi trattati. Piattaforme come Prime Video stanno addirittura riproponendo questi anime, permettendo così a un nuovo pubblico di apprezzarli. Questa è una grande opportunità per allargare il nostro pubblico, ma rappresenta anche la sfida di adattare i contenuti a un’audience così ampia e variegata.

Immagine tratta dalla pagina Facebook Sopravvissuti ai traumi infantili provocati dai cartoni animati giapponesi 

Quali metodi utilizza la vostra pagina per interagire con i follower e quali strategie adottate per coinvolgerli?

L’interazione con i nostri follower è fondamentale per la vita della nostra pagina. Adottiamo diverse strategie per mantenerli coinvolti: una di queste è rispondere attivamente ai messaggi diretti, che sono davvero numerosi. Alcuni seguaci ci chiedono di riproporre scene specifiche che non riescono a trovare, altri semplicemente ci ringraziano per aver risvegliato ricordi che avevano dimenticato. Io faccio del mio meglio per rispondere a tutti e, quando possibile, accontentare le loro richieste con una action replay. La piattaforma diventa così non solo uno spazio di dialogo diretto e quasi intimo tra noi e i nostri follower, ma anche uno strumento di interazione tra gli utenti stessi. È affascinante osservare come interagiscono tra di loro nei commenti, condividendo ricordi personali, emozioni e sensazioni autentiche. Questa vivace interazione genera spesso oltre 5.000 commenti per post, rendendo la nostra community un luogo di condivisione e nostalgia collettiva.

Ci sono personaggi dei cartoni che emergono come particolarmente amati? Avete rilevato tendenze specifiche in questo senso?

Tra tutti i contenuti che pubblichiamo, “Lady Oscar” è senza dubbio il cartone che incanta di più il nostro pubblico. Questo anime, con le sue tematiche complesse che spaziano dal non-binary a eventi storici, ha una risonanza incredibile, oggi come ieri. È un titolo “invecchiato splendidamente”, grazie a una narrazione di alta qualità, una sceneggiatura profonda e un doppiaggio eccellente. Anche il design e la colonna sonora sono straordinari, e questo si riflette nell’entusiasmo e nelle interazioni dei nostri follower, che lo ricordano come un autentico capolavoro. Inoltre, contiene scene molto intense che hanno lasciato un segno indelebile in termini di impatto emotivo. Su Instagram, abbiamo inoltre notato un particolare interesse per la storia d’amore tra Candy Candy e Terence, che ci ha portati a fidelizzare un pubblico prevalentemente femminile. Tuttavia, considerando Facebook, anche Ken il Guerriero e Holly e Benji dominano la scena. Scene surreali come le partite di calcio di Holly e Benji o la ‘catapulta infernale’ dei gemelli Derrick, suscitano sempre un’ondata di commenti, con molti che ricordano con un misto di nostalgia e ilarità i ‘traumi fisici’ provati nell’imitare quelle mosse con i propri fratelli.

Immagine tratta dalla pagina Facebook Sopravvissuti ai traumi infantili provocati dai cartoni animati giapponesi 

Quali sono i vostri piani per il futuro della pagina Sopravvissuti ai Cartoni Animati? Avete in serbo nuovi progetti o direzioni che vorreste esplorare?

Abbiamo in serbo progetti entusiasmanti per il futuro della pagina. Stiamo per lanciare un contest chiamato Miss e Mister Sopravvissuti. Sarà un’occasione per i nostri follower di votare la Miss e il Mister degli anime, ovvero il personaggio femminile e maschile più iconici. Non sarà una semplice questione di bellezza estetica; i voti saranno dati valutando il personaggio nel suo complesso, il suo carisma e la sua storia. Abbiamo invitato gli utenti a fare le nomination e abbiamo ricevuto molti nomi interessanti. Le semifinali stanno prendendo forma e si delineano preferenze chiare: personaggi come Lamù, Fujiko e Lady Oscar sono molto amati, soprattutto dalle donne che apprezzano personaggi femminili rivoluzionari e indipendenti; mentre i personaggi “donzella in pericolo” non sono quasi mai amati dal pubblico.

E per quanto riguarda i personaggi maschili più amati?

Per quanto riguarda i personaggi maschili, André di Lady Oscar è amato non solo per il suo aspetto, ma anche per essere un uomo che sta al fianco della propria donna senza interferire nelle sue scelte, il che lo rende particolarmente popolare tra il pubblico femminile. Anche Terence di Candy Candy, con il suo fascino misterioso, ha affezionato molti; così come Lupin, che piace per le trame intelligenti e intriganti delle sue avventure. Ken il Guerriero è invece in cima alle preferenze del pubblico maschile.

In che modo ritieni che anime come Kenshiro e Dragon Ball abbiano influenzato la cultura popolare e le generazioni che li hanno seguiti?

Kenshiro e Dragon Ball sono anime che, nonostante siano nati nello stesso periodo e abbiano in comune il tema delle arti marziali, hanno esercitato un’influenza molto diversa sulla cultura popolare. Kenshiro è più oscuro e profondo, con tematiche serie e un finale drammatico. Ha trasmesso valori importanti come la difesa dei più deboli, l’amicizia e la lealtà. Dragon Ball, invece, ha esordito come un anime quasi comico. All’inizio Goku appare come un bambino con una forza sovrumana e una strana coda, il che dona un tono ironico al racconto. Non si proponeva di insegnare valori morali, se non quello dell’amicizia, ma si concentra più sull’avventura. Con il tempo, soprattutto con Dragon Ball Z, si avvicina ai toni di Kenshiro, pur mantenendosi più leggero. Entrambi gli anime hanno lasciato un segno indelebile nel nostro immaginario collettivo, insegnando che i propri obiettivi si raggiungono solo attraverso la fatica e il sacrificio.

ll sacrificio estremo è un tema ricorrente, come si vede nel personaggio di Mimì Ayuhara che si allenava con le catene ai polsi. In definitiva, hanno impresso nella cultura popolare i valori del sacrificio, della lealtà e dell’amicizia.

Immagine tratta dalla pagina Facebook Sopravvissuti ai traumi infantili provocati dai cartoni animati giapponesi 

Come ritieni che i cartoni animati siano cambiati, dagli anni ‘80 a oggi, in termini di stile, contenuto e valori trasmessi?

I cartoni animati hanno subìto una notevole evoluzione dal tempo di Candy Candy e Lady Oscar. Oggi c’è una netta distinzione tra i cartoni per adulti e quelli per bambini, una distinzione che una volta non esisteva. Gli anime giapponesi continuano a trasmettere messaggi simili a quelli del passato, ma non sono più seguiti dai bambini perché non vengono trasmessi sui canali dedicati a loro. I cartoni per bambini attuali differiscono in modo significativo da quelli di un tempo, sia in termini di contenuto che di profondità dei messaggi, che tendono a essere più istruttivi, ma superficiali. La tendenza è quella di trasmettere messaggi positivisti, dove tutto sembra facile, senza conflitti, violenze, sacrificio né fatica. Personalmente penso che questo non sia positivo; i cartoni di una volta ci preparavano in qualche modo ad affrontare la realtà, mostrandoci un mondo pieno di pericoli. Inoltre, ritengo che i “cartoni di una volta” fossero anche molto più istruttivi. Recentemente, ho creato un reel che illustra come molti di noi abbiano appreso i dettagli della Rivoluzione Francese attraverso ‘Lady Oscar’ piuttosto che dai libri di testo, arrivando a conoscere le indiscrezioni su Maria Antonietta e ottenendo ottimi voti a scuola.

Quali elementi dei cartoni animati di quegli anni pensi che abbiano avuto il maggiore impatto emotivo sul pubblico e perché?

Candy Candy è stato sicuramente uno dei cartoni con il maggiore impatto emotivo. Molti commenti che riceviamo sottolineano come lo spirito di sacrificio della protagonista abbia influenzato le scelte di vita dei telespettatori; ad esempio, alcune ragazze hanno deciso di diventare infermiere perché ispirate da Candy. Il perdono è un altro valore forte che emergeva da questi cartoni, con la ‘sindrome della crocerossina’ che molti possono riconoscere nella protagonista del cartone. Ha insegnato a molte persone a mantenere un atteggiamento positivo anche di fronte alla sofferenza. Per quanto riguarda il pubblico maschile, Holly e Benji hanno avuto un grande impatto, specialmente negli anni ’80, quando il calcio era a livelli eccellenti. Il cartone ha influenzato i sogni e le ambizioni dei bambini di allora, come dimostra il reel di Mark Lenders che va alla Juventus, pubblicato da una squadra di calcio su Instagram, e che ha scatenato molte reazioni positive. Anche Mila e Shiro – due cuori nella pallavolo, è stato significativo, con molti che scrivono di essersi appassionati a quello sport grazie all’anime.

Secondo te, i cartoni animati possono essere interpretati come una forma di mitologia moderna? Ci sono simbolismi ricorrenti in questi racconti?

Sì, senza alcun dubbio. I cartoni animati, proprio come le antiche mitologie, raccontano storie di eroi, di battaglie morali e di viaggi epici che riflettono le complessità della vita umana. Un simbolismo che emerge con forza è quello della trasformazione e della crescita personale attraverso le avversità, un tema ricorrente in molti anime che risuona profondamente con l’esperienza umana.

Quali lezioni di vita ritieni che i cartoni animati classici abbiano trasmesso ai loro spettatori di un tempo, e in che modo continuano a influenzare i giovani spettatori di oggi attraverso i social?

I cartoni animati classici spesso trasmettevano lezioni di vita complesse, a volte mostrando gli errori per stimolare il senso critico del pubblico. Un esempio è il personaggio di Annette: attraverso la sua incapacità di perdonare, ci ha insegnato quanto il rancore possa essere distruttivo. Questa lezione differisce dai messaggi più semplici e ottimisti dei cartoni di oggi, che tendono a evitare tematiche emotivamente complicate.

Il ruolo sociale dei cartoni animati è legato alla loro capacità di unire le persone attorno a storie comuni. Funzionano, ieri come oggi, come catalizzatori per la comunità e il dialogo, consentendo ai fan di condividere passioni e di utilizzare le storie come spunti di riflessione, proprio come si farebbe con un libro o un film. Questa unione sociale, che una volta si manifestava nel dialogo a scuola dopo l’ultimo episodio di “Candy Candy” o “Lady Oscar”, oggi si svolge sui social, amplificando il loro impatto unificante tra generazioni di spettatori.

Parliamo ora di “traumi” infantili. Secondo te, quali sono le scene più ‘traumatizzanti’ che sono entrate nella storia collettiva e hanno segnato l’infanzia di molti di noi? Ci sono episodi specifici che i vostri follower ricordano e discutono più frequentemente?

La scena della scala in Candy Candy rimane impressa nella memoria. Non sempre i messaggi veicolati sono positivi; a volte, come ci ha mostrato questa serie, l’amore può essere un’esperienza traumatica. In Lady Oscar, una delle scene più forti, oltre alle morti dei personaggi, è il suicidio di Charlotte, la figlia della contessa di Polignac. Promessa in sposa a un duca molto più anziano di lei, per motivi economici, la giovane di soli undici anni si rende conto della tragica realtà che sta per affrontare. La scena in cui il duca cerca di rassicurarla, dicendo che vuole solo baciare la sua mano è particolarmente inquietante. Dopo il bacio, la disperazione di Charlotte si manifesta chiaramente quando si lava ossessivamente la mano alla fontana, mormorando: ‘Questa mano deve tornare pulita, questa mano deve essere candida’. Poi, presa dalla follia, si getta dal tetto del palazzo.

Per quanto riguarda le scene drammatiche di personaggi maschili, Ken il Guerriero è stato particolarmente traumatico sotto molti aspetti, data la sua natura violenta. Anche se al nostro tempo il sangue veniva censurato e mostrato di colore bianco, l’impatto emotivo delle scene era comunque forte. L’immagine iniziale, quando a Ken viene rapita Julia, e Shin gli incide sul petto il simbolo delle sette stelle, è esemplificativa del trauma: un’ingiustizia subita. Questo cartone, come altri, ci ha insegnato che la vita non è sempre clemente con i buoni e severa con i cattivi. A volte, anche i buoni ne escono sconfitti.

Nel contesto della tua vita personale e professionale, come si inserisce la gestione della pagina Sopravvissuti ai Cartoni Animati? Qual è stato il tuo percorso?

Sono sposata e madre di due bambini. Il mio percorso accademico e professionale è strettamente legato alla pagina: mi sono laureata in biologia e ho conseguito un dottorato di ricerca nel medesimo campo. Tuttavia, ho deciso di lasciare il settore della ricerca, anche a causa della precarietà lavorativa in Italia, per dedicarmi alla famiglia. Durante il periodo in cui ero mamma a tempo pieno, essere attiva sulla pagina mi ha aiutato a evadere, a conoscere persone e a condividere ricordi. In seguito, ho iniziato a gestire la pagina Facebook e, grazie a un’amica, sono stata introdotta nel mondo del social media management. Oggi, sono social media manager e marketing manager. Quindi, si può dire che la mia passione per i cartoni animati e l’esperienza acquisita nella gestione della pagina mi hanno aperto la strada verso la mia attuale carriera nel marketing.

Dorina Polinari, admin delle pagine ufficiali di “Sopravvivere ai cartoni animati giapponesi”

La magia dei cartoni animati giapponesi degli anni ‘70 e ’80 trascende i confini del tempo e dello schermo, tessendo un legame indissolubile con le generazioni che li hanno amati. Queste serie, con i loro eroi, i loro drammi e le loro gioie, si rivelano non solo intrattenimento, ma veri e propri capitoli di un’educazione sentimentale collettiva. Attraverso la pagina “Sopravvissuti ai Cartoni Animati“, questo patrimonio culturale continua a vivere, unendo persone di ogni età in un dialogo costante tra passato e presente. È proprio in questo scambio di ricordi e passioni che si celebra il vero spirito di condivisione, dimostrando come i cartoni animati non siano semplici racconti, ma frammenti di vita che continuano a insegnarci, a commuoverci e a unirci.