Il 2025 è l’anno europeo dell’educazione alla cittadinanza digitale

L'importanza del benessere digitale si afferma oggi con chiarezza ineludibile nel dibattito sul nostro rapporto con la tecnologia. Viviamo immersi in un universo digitale dalle potenzialità formidabili, ma non privo di insidie capaci di compromettere seriamente il nostro benessere psicofisico

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23 April, 2025

Un equilibrio fragile, continuamente esposto al bombardamento incessante di notifiche, aggiornamenti e interazioni virtuali che, sottilmente, distolgono la nostra attenzione dalla concretezza dell’istante vissuto.

Proprio per questo motivo, il Consiglio d’Europa ha proclamato il 2025 come l’Anno europeo dell’educazione alla cittadinanza digitale, riconoscendo l’urgenza di fornire ai cittadini le competenze necessarie per navigare in modo sicuro e responsabile nel mondo digitale. Questa iniziativa mira a promuovere una cultura democratica online, contrastare fenomeni come il cyberbullismo e l’odio digitale, e rafforzare le competenze per una partecipazione attiva e consapevole nella società digitale. ​

Il benessere digitale, pertanto, non si limita alla semplice abilità nell’utilizzo degli strumenti tecnologici, ma si traduce piuttosto in una lucida coscienza, una padronanza matura e riflessiva della tecnologia stessa. Richiede una gestione ponderata e rigorosa del tempo dedicato agli schermi, una cura attenta delle relazioni interpersonali — virtuali e reali — e soprattutto una sensibilità critica, lucida e attiva, capace di distinguere senza ambiguità ciò che è autentico da ciò che è simulazione digitale.​ Solo attraverso questo approccio consapevole potremo ambire a conservare un sano equilibrio psicologico e sociale, restando padroni e non vittime passive della nostra stessa evoluzione digitale.​

I rischi psicosociali della digitalizzazione secondo il Consiglio d’Europa e l’EU-OSHA

La rapida digitalizzazione, al centro delle riflessioni di istituzioni di grande rilievo come il Consiglio d’Europa e l’EU-OSHA, ha fatto emergere con crescente chiarezza una serie di rischi psicosociali ormai divenuti tema cruciale nella società contemporanea. Secondo le analisi effettuate da questi organismi, l’eccessiva esposizione alle tecnologie digitali, soprattutto se non accompagnata da una regolamentazione consapevole, può condurre a problematiche di notevole impatto sul benessere psicofisico degli individui.

Fra i principali rischi rilevati, vi è in primo luogo il sovraccarico cognitivo, fenomeno caratterizzato dalla continua e rapida elaborazione di informazioni digitali che spesso superano le nostre capacità di attenzione e di memoria. Studi recenti hanno dimostrato che tale pressione costante riduce non solo la produttività, ma anche la qualità stessa delle decisioni prese, alimentando condizioni di ansia e stress cronico.

Parallelamente, l’isolamento sociale emerge come effetto collaterale preoccupante. L’apparente paradosso di una società iperconnessa, ma allo stesso tempo sempre più sola, è stato definito dal Consiglio d’Europa come “solitudine digitale”: una condizione in cui i rapporti virtuali, illusoriamente numerosi e soddisfacenti, sostituiscono progressivamente relazioni autentiche, provocando senso di estraneità, disconnessione emotiva e isolamento reale. L’EU-OSHA ha sottolineato come tali condizioni, inizialmente invisibili e sottostimate, possono aggravarsi silenziosamente, influenzando negativamente sia la vita lavorativa sia quella personale degli individui. Diventa dunque indispensabile investire in un’educazione digitale capace di sviluppare una consapevolezza critica e una gestione equilibrata degli strumenti tecnologici, al fine di ristabilire una chiara separazione fra tempo dedicato alla vita digitale e tempo riservato all’interazione reale, preservando così la salute psicologica e la coesione sociale.

Educazione alla cittadinanza digitale: un obiettivo europeo

In questo scenario, risulta particolarmente significativa la decisione recente dei Ministri dell’Istruzione europei di designare il 2025 come Anno europeo dedicato alla cittadinanza digitale. Una scelta tutt’altro che casuale, che riflette una crescente e motivata preoccupazione istituzionale verso le implicazioni psicosociali della digitalizzazione. Tale iniziativa intende infatti andare oltre la semplice alfabetizzazione tecnologica, puntando piuttosto a formare individui capaci non solo di padroneggiare con destrezza gli strumenti digitali, ma di utilizzarli con piena consapevolezza critica e responsabilità sociale.

Il Consiglio d’Europa ha individuato chiaramente i fenomeni che rendono questa educazione non solo utile, ma imprescindibile: il cyberbullismo, la diffusione incontrollata della disinformazione, il crescente odio online e le discriminazioni digitali rappresentano vere e proprie minacce alla coesione sociale e alla qualità democratica delle nostre comunità. Le ricerche sociologiche condotte dall’EU-OSHA confermano che l’assenza di una preparazione adeguata nella gestione consapevole degli strumenti digitali porta con sé conseguenze non trascurabili: ansia, stress, isolamento sociale e una crescente difficoltà nell’interazione reale, alimentata paradossalmente proprio dall’eccessiva connessione virtuale. Di conseguenza, l’educazione alla cittadinanza diventa cruciale non solo per affrontare concretamente questi rischi, ma per costruire una società più informata e capace di utilizzare il digitale come strumento di inclusione e di crescita democratica, anziché subirne passivamente gli effetti dannosi.

Unione Europea e UNESCO: un’alleanza strategica per la cittadinanza digitale globale

La dimensione digitale supera inevitabilmente le singole frontiere nazionali, imponendo strategie educative coordinate e coerenti su scala globale. In questo scenario assume rilevanza cruciale la collaborazione strategica tra Unione Europea e UNESCO, avviata nell’ambito dell’Anno europeo della cittadinanza digitale 2025. La partnership prevede azioni concrete e mirate volte a sviluppare politiche condivise e standard educativi uniformi, capaci di diffondere competenze digitali avanzate, etiche e critiche. Nello specifico, questa alleanza si concentra sulla definizione di linee guida rigorose in materia di alfabetizzazione digitale (digital literacy) e media education, con l’obiettivo prioritario di garantire un accesso equo e universale alle competenze digitali in tutti i Paesi membri. Attraverso un impegno attivo e coordinato, si punta a ridurre significativamente il divario digitale, supportando in particolare le comunità più vulnerabili e contribuendo così direttamente al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati dall’Agenda 2030. Tra questi, l’attenzione maggiore è dedicata al quarto obiettivo: assicurare un’educazione inclusiva, equa e di qualità, promuovendo opportunità formative adeguate per tutti. Non meno importante è la volontà comune di affrontare e superare sfide complesse quali la diversità delle infrastrutture tecnologiche, le differenze socio-culturali e le disomogeneità educative presenti nei vari contesti nazionali. È infatti dalla capacità di affrontare e risolvere queste criticità che dipenderà l’effettiva efficacia e credibilità di questa strategia internazionale, destinata a incidere profondamente sul futuro stesso della cittadinanza digitale globale.

Il ruolo del Ministero dell’Istruzione in Italia

In Italia, l’impegno verso la cittadinanza digitale si concretizza attraverso iniziative di rilievo, promosse in stretta collaborazione con realtà specializzate come il National Hub, facendo riferimento esplicito ai dieci domini digitali definiti dal Consiglio d’Europa. Con una visione ambiziosa e ben definita, il Ministero dell’Istruzione ha avviato corsi formativi specifici destinati agli educatori, riconoscendo che la formazione dei giovani non può prescindere da una solida competenza critica e consapevole nella gestione delle tecnologie digitali. I corsi, strutturati in modo da fornire competenze tecniche, etiche e sociali, mirano a formare studenti in grado non solo di usare con destrezza gli strumenti digitali, ma soprattutto di comprenderne profondamente implicazioni e conseguenze sul piano personale, interpersonale e civico. Questa strategia educativa risponde direttamente all’esigenza sempre più urgente di dotare le nuove generazioni di strumenti concreti per affrontare criticità quali il cyberbullismo, la disinformazione digitale e il crescente rischio di isolamento sociale, supportando attivamente la salute mentale e la sicurezza online. Educatori formati e sensibilizzati saranno così in grado di trasmettere agli studenti una cultura digitale autentica e matura, capace di preparare le nuove generazioni a gestire con consapevolezza e responsabilità le sfide sempre più complesse poste dalla società iperconnessa.

Pensiero critico e lotta alla disinformazione

Educare al pensiero critico nell’era digitale significa dotare i cittadini degli strumenti necessari per riconoscere e respingere fake news e manipolazioni informative. La capacità di discernere tra fonti attendibili e contenuti fuorvianti è essenziale per proteggere la qualità del dibattito pubblico e mantenere intatta la fiducia nelle istituzioni democratiche. Programmi educativi mirati devono incoraggiare una lettura critica e consapevole, stimolando la verifica dei fatti e la capacità di analisi autonoma delle informazioni. La diffusione delle fake news costituisce una delle principali minacce alla stabilità democratica. Educare al discernimento digitale è oggi indispensabile per proteggere la società dalla manipolazione informativa e rafforzare la resilienza civica. La capacità di distinguere il vero dal falso è fondamentale per preservare una società informata e democratica.

Etica e rispetto nella comunicazione online

Nell’ambito del progetto promosso dal Consiglio d’Europa con l’Anno europeo della cittadinanza digitale 2025, diventa fondamentale promuovere comportamenti rispettosi e responsabili nelle interazioni digitali per garantire ambienti virtuali realmente sicuri e sani. È essenziale educare gli utenti non solo all’utilizzo consapevole della tecnologia, ma soprattutto sensibilizzarli sull’impatto delle loro parole e azioni online, contrastando attivamente fenomeni quali odio, discriminazioni e violenza verbale che oggi proliferano con preoccupante frequenza sulle piattaforme digitali. L’educazione digitale mira alla formazione di una consapevolezza profonda e di una coscienza civica digitale condivisa, capaci di valorizzare la diversità, tutelare la dignità individuale e creare un ambiente online dove ciascuno possa esprimersi liberamente e con serenità. L’obiettivo finale è la costruzione di una cultura digitale basata sull’empatia, sull’ascolto e sulla responsabilità reciproca, contribuendo così attivamente a realizzare una comunità virtuale che rifletta appieno i valori democratici, inclusivi e civili che stanno al cuore della visione europea.

Protezione della privacy e sicurezza digitale

Nel quadro dell’Anno europeo della cittadinanza digitale 2025, promosso dal Consiglio d’Europa, l’educazione alla protezione della privacy e dei dati personali assume una centralità imprescindibile. L’attuale contesto digitale, infatti, è caratterizzato da una massiccia e spesso opaca raccolta di informazioni personali, utilizzate frequentemente senza sufficiente trasparenza o consapevolezza da parte degli utenti. Di fronte a questa realtà, diviene urgente formare cittadini non soltanto informati, ma anche capaci di tutelarsi efficacemente da rischi crescenti quali frodi informatiche, phishing, furto d’identità e intrusioni digitali. Una formazione adeguata in questo ambito implica necessariamente la conoscenza approfondita degli strumenti tecnici e delle migliori pratiche per proteggere efficacemente la propria identità e sicurezza online. Tuttavia, oltre alle competenze strettamente tecniche, è essenziale sviluppare comportamenti consapevoli e critici che aiutino gli individui a comprendere chiaramente il valore della propria riservatezza, a riconoscere tempestivamente le minacce digitali e a reagire con decisione e consapevolezza. La difesa della privacy e della sicurezza personale diventa quindi un dovere prioritario, particolarmente in un’epoca segnata da fenomeni come la sorveglianza di massa e la commercializzazione invasiva dei dati personali. Programmi educativi mirati e specifici interventi formativi devono pertanto essere in grado di fornire agli utenti non solo strumenti tecnici aggiornati, ma anche una solida consapevolezza civica ed etica per affrontare con successo le sfide poste dalla rivoluzione digitale.

Colmare il divario digitale

Colmare il divario digitale rappresenta una priorità imprescindibile per garantire equità sociale e inclusione nell’era tecnologica. La mancanza di competenze digitali rischia di amplificare le disuguaglianze economiche e sociali, escludendo intere fasce della popolazione dalle opportunità offerte dalla digitalizzazione. Secondo dati Eurostat, l’Italia si colloca al 23º posto tra i Paesi europei per competenze digitali di base, con solo il 47% della popolazione che le possiede. Inoltre, il Paese occupa la 25ª posizione per numero di utenti Internet, con una percentuale del 59%. ​

Per affrontare questa sfida, il governo italiano ha avviato diverse iniziative. Il Piano Nazionale Scuola Digitale, ad esempio, mira a integrare le tecnologie digitali nel sistema educativo, promuovendo l’alfabetizzazione digitale tra studenti e docenti. ​Nonostante questi sforzi, persistono sfide significative. La carenza di manodopera specializzata per la posa della fibra ottica, i ritardi nei rilasci dei permessi di scavo e la mancanza di un catasto aggiornato delle reti rappresentano ostacoli concreti. Tuttavia, la recente introduzione di strumenti di intelligenza artificiale nelle scuole italiane, con l’obiettivo di personalizzare l’apprendimento e migliorare le competenze digitali degli studenti, testimonia l’impegno del governo nel colmare il divario digitale. ​Affrontare efficacemente il digital divide richiede quindi un approccio integrato che combini investimenti infrastrutturali, formazione continua e politiche inclusive, assicurando che tutti i cittadini possano beneficiare equamente delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie.

Interventi digitali a supporto della salute mentale

Le tecnologie digitali rappresentano importanti alleati nella promozione della salute mentale. Gli interventi digitali (DMHIs) offrono servizi terapeutici accessibili, immediati e personalizzati, superando barriere tradizionali come quelle geografiche e temporali. Applicazioni mobili e piattaforme basate sull’intelligenza artificiale consentono interventi terapeutici mirati ed efficaci, facilitando una gestione più efficiente e tempestiva del disagio psicologico. L’intelligenza artificiale apre nuove prospettive nella diagnosi precoce e nella cura personalizzata della salute mentale. Grazie ad algoritmi sofisticati in grado di analizzare dati comportamentali e fisiologici, è possibile intercettare tempestivamente segnali di disagio psicologico, garantendo interventi mirati e personalizzati.

Il ruolo delle istituzioni nella promozione del benessere digitale della Gen-Z

Il ruolo delle istituzioni nella promozione del benessere digitale della Generazione Z è diventato oggi imprescindibile, considerando le peculiarità di una generazione cresciuta immersa nella dimensione digitale. Numerosi studi internazionali e nazionali hanno evidenziato con crescente preoccupazione una correlazione significativa tra l’uso intensivo e spesso incontrollato degli schermi digitali e problematiche sempre più diffuse quali stress cronico, ansia, disturbi del sonno e sintomi depressivi, fenomeni accentuati dall’esposizione prolungata ai social media e alla continua pressione delle notifiche online.

In questo quadro, le istituzioni rivestono una funzione strategica cruciale, sia per la definizione di politiche educative specifiche che per l’implementazione concreta di progetti volti al miglioramento del rapporto tra giovani e tecnologie digitali. In Italia, il Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione 2024-2026 rappresenta un’iniziativa chiave che mira a guidare la trasformazione digitale del Paese, ponendo particolare attenzione sia agli aspetti di sicurezza informatica che alla tutela del benessere psicofisico degli utenti più giovani. Tra gli obiettivi principali vi sono la promozione di competenze digitali avanzate e consapevoli, l’introduzione di standard rigorosi per la protezione della privacy e la formazione continua del personale docente affinché possa identificare precocemente i segnali di disagio digitale e intervenire tempestivamente con strategie educative preventive ed efficaci.

L’impegno istituzionale diviene dunque fondamentale non solo per garantire la sicurezza online, ma anche per costruire una cultura digitale positiva e sostenibile, che consenta alla Generazione Z di beneficiare pienamente delle straordinarie opportunità offerte dalla tecnologia, senza subirne passivamente gli effetti negativi sulla propria salute mentale e sulla propria qualità di vita.

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