La leggerezza e l’ironia di un Travel Creator: intervista a Fabio Manna di Viaggiatori Brutti

In questa intervista a Fabio Manna, ideatore del progetto “Viaggiatori Brutti”, scopriamo come l'ironia, l’autenticità e la ricerca delle curiosità locali meno “turistiche”, stiano trasformando il modo di viaggiare, rendendo i Travel Creator delle voci sempre più rilevanti nel mondo del turismo.

26 June, 2023 - ~ 3.5 minuti

Benvenuto in NOOO Borders, Fabio. Prima domanda forse scontata ma immancabile, ci racconti come e quando è nato il progetto di Viaggiatori Brutti?

Viaggiatori Brutti è nato tre anni fa, un po’ per gioco, quando ho iniziato a condividere foto dei miei viaggi più divertenti e curiosi con un tocco di ironia. Volevo condividere le mie passioni con gli amici e, in seguito, con il maggior numero possibile di persone. Da allora, la pagina ha subito una trasformazione organica diventando l’attuale Viaggiatori Brutti, che oggi conta oltre 24.000 follower su Instagram e su oltre 100.000 mi piace, ottenuti con i vari video postati su TikTok. Il mio obiettivo è sempre lo stesso degli esordi: mostrare luoghi insoliti, curiosità e bellezze meno conosciute ai turisti.

Perché hai scelto il nome “Viaggiatori Brutti”?

Seguivo la pagina dei Pallavolisti e dei Calciatori Brutti, divertendomi molto. Amo la leggerezza e l’ironia, specialmente quando si tratta di eventi sportivi o di fatti importanti. L’ironia è un’arte difficile, non si può improvvisare da un giorno all’altro. Devi avere un talento innato, una vocazione al sorriso. Penso di essere così. L’ironia mi permette di parlare di luoghi, stili di viaggio e persino di argomenti delicati in modo leggero e “facile”. Penso che la vita abbia un grande bisogno di leggerezza e allegria.

FABIO MANNA

La tua pagina si distingue infatti da altre del settore proprio per leggerezza e ironia, ma noi vogliamo svelare ai nostri lettori anche le difficoltà del lavoro di influencer. Che cosa comporta essere un Travel Creator?

Prima di tutto, significa essere spesso oggetto di odio. La gente tende spesso a giudicarci male, come se fossimo sempre in viaggio e non facessimo altro. Dei lavativi, in pratica! (ride). Non è vero. Io per esempio faccio diversi lavori, oltre seguire le mie pagine social, ma il pubblico mi chiede “se me ne sto sempre in vacanza” perché è tutto ciò che vede di me. È sempre così: coloro che non possono viaggiare si sentono in qualche modo attaccati da chi può farlo, senza conoscerne i sacrifici. Un Travel Creator è molto di più di un viaggiatore esperto. Siamo come cantastorie moderni, menestrelli che raccontano leggende, curiosità e fatti insoliti che scopriamo durante i nostri percorsi, anche i più impervi. Io continuo a farlo anche “offline”, e me ne vado in peregrinazione raccontando storie e curiosità meno conosciute alle persone che incontro. Mi piace pensare a me stesso come a un amico che ti consiglia un posto in cui è stato, dando impressioni reali e personali, senza gli artifici tipici delle comunicazioni istituzionali o – per così dire – “pubblicitarie”. Nel bene e nel male: un vero Travel Creator ti dice sempre la verità.

Con un meme divertente, nella tua pagina hai menzionato la Campagna “Open to Meraviglia” che, alla sua uscita, ha suscitato diverse reazioni contrastanti. Cosa puoi dirci al riguardo?

Secondo me, la Campagna ha scatenato molte critiche a causa dell’insieme di luoghi comuni che non rappresentano appieno il nostro Paese. Non vi nascondo che è stata un duro colpo per noi travel blogger, che portiamo avanti la comunicazione del turismo in Italia meglio di qualsiasi campagna istituzionale, cercando sempre il lato unico, autentico e più inesplorato del nostro Paese. È grazie ai Travel Creator che molti posti sconosciuti sono diventati famosi, e proprio grazie alla nostra capacità di andare oltre i luoghi comuni, ricercando il particolare. Nella Campagna “Open to Meraviglia” manca questo senso di particolarità: come i piccoli borghi, il cibo regionale, la biodiversità e tutto quello che fa dell’Italia un luogo unico e meraviglioso.

IMMAGINE TRATTA DALlA PAGINA INSTAGRAM DI VIAGGIATORI BRUTTI

Hai menzionato l’importanza della comunicazione nel settore Travel. Puoi approfondire questo concetto e spiegare come la comunicazione influisca sulle singole esperienze di viaggio delle persone?

La comunicazione svolge da sempre un ruolo fondamentale nel settore dei viaggi, dal più antico passaparola all’attuale digitalizzazione delle esperienze che vengono condivise sulle piattaforme personali di ognuno, è con il consiglio delle persone di cui abbiamo fiducia – diretto o indiretto che sia – che ci muoviamo. È quello che anch’io cerco di fare attraverso i video, trasmettendo la mia personale passione per i luoghi meno turistici, eppure molto affascinanti, condividendo curiosità, leggende e storie interessanti. Penso che questo approccio comunicativo permetta alle persone di scoprire nuovi luoghi e di vivere esperienze più autentiche e sorprendenti, rispetto alla comunicazione tradizionale.

In poco tempo e senza investimenti economici Viaggiatori Brutti è diventato molto popolare sui social media, con un notevole numero di follower e like. Cosa pensi abbia contribuito a questa rapida crescita?

Credo che il successo di Viaggiatori Brutti sia dovuto all’ironia e al tono leggero che caratterizzano i nostri contenuti. La gente ama ridere e divertirsi, e i nostri video offrono un modo divertente e disincantato di guardare il mondo. La condivisione di informazioni realistiche e di curiosità su luoghi meno conosciuti ha suscitato l’interesse delle persone che desiderano scoprire qualcosa di nuovo e fuori dagli schemi convenzionali.

Torniamo a parlare del tuo post “Open To Memeviglia”: quali sono le reazioni che ha suscitano nel pubblico e qual è la tua opinione sull’immagine che la Campagna originale ha dato dell’Italia all’estero?

Il mio post “Open To Memeviglia” ha suscitato reazioni unicamente positive. Da un lato, molti professionisti del settore turistico, compresi i travel blogger come me, hanno apprezzato l’approccio originale e divertente adottato nella mia comunicazione, condividendo le loro critiche riguardo all’immagine che è stata trasmessa all’estero con la Campagna istituzionale. Molti, come me, hanno infatti trovato un forzato uso di cliché e stereotipi, decisamente non rappresentativo della vera varietà e bellezza dell’Italia. Personalmente, penso che il nostro Paese sia molto più di ciò che viene comunemente rappresentato.

Che cosa vuoi dire come ultima cosa ai nostri lettori?

Cari lettori di NOOO Borders, sono qui per dimostrarvi che viaggiare non è solo un’attività seria e iper organizzata, ma può essere votata anche a un senso di imprevedibilità e di esplorazione libera, a favore delle sorprese più inaspettate. Quindi, lasciatevi coinvolgere nella mia avventura e insieme viviamo l’importanza della scoperta di ciò che ancora non si conosce e che ci aspetta. Vi aspetto su Instagram e Tik Tok con i miei video e le mie storie, pronti a trasformare ogni viaggio in un’esperienza unica e originale. E ricordate, viaggiare è bello, ma farlo con il sorriso è ancora meglio!

FABIO MANNA
Ciao! Sono Fabio, il Viaggiatore Brutto. Non sono qui ad ammorbarti su tutte quelle cose sul come mi piace viaggiare, mi piace mangiare, vado in bagno a giorni alterni e tante altre cose fantastiche. Voglio dirti invece che sono un viaggiatore esploratore a cui piace scoprire i posti più remoti e sperduti, a zero impatto ambientale e meno rompiscatole possibile per i locals, anzi cerco spesso di integrarmi con loro.

Sono sempre stato fin da bambino un personaggio attratto dall’avventura, spinto dalla voglia di imitare i personaggi dei film e dei videogiochi, che si cacciava spesso nei guai. Porto questo spirito ancora oggi, senza il quale non sarei qui a raccontare di viaggi e luoghi interessanti. A casa ho una lista che ho chiamato “No Comfort Zone” dove sono segnate tutte le avventure, i cammini e le esperienze che dovrò fare.