Tra incanto e bellezza, il racconto della nostra content production per Lozza

Quello con Lozza, brand del Gruppo De Rigo e marchio di occhiali più antico d’Italia, è un progetto che ha visto NOOO impegnata in tutto questo 2022 e che ci sta regalando numerose soddisfazioni, soprattutto a livello di content production.

26 Ottobre, 2022 - ~ 2 minuti

Tra incanto e bellezza, il racconto della nostra content production per Lozza

Ci immergiamo ora per un attimo nello shooting realizzato nella suggestiva cornice della città di Verona, risaltando così i tratti salienti del brand come tradizione, storicità e design italiano.
Il racconto di questi appassionanti mesi di lavoro, ce lo offre Michele Barbato, nostro Creative Director e responsabile in prima persona del progetto, approfondendo gli aspetti più rilevanti e creativi delle produzioni che ci hanno visto impegnati.

Quale è stata la sfida nel dover organizzare e gestire la content production per un brand come Lozza?
Abbiamo diviso il progetto in tre blocchi, quello del risveglio per riprendere le caratteristiche che il brand aveva agli albori, recuperando in mano i cluster di riferimento, grazie anche all’attività editoriale sui canali social.

A seguire c’è stata una evoluzione con i nostri primi shooting di still life e di indossato in studio, iniziando a dare un imprinting decisamente rinnovato.
Come ultimo step, abbiamo elevato il brand all’altezza che si merita, alzando l’asticella della qualità delle produzioni, puntando ad un target più giovane ma nel contempo anche eterogeneo, con un posizionamento alto che trova un ottimo equilibrio con i prezzi comunque accessibili.

Perché la scelta di Verona in occasione dell’ultimo shooting?
È un brand legato all’italianità, vista anche la sua longevità. Sono legati al sentimento dell’arte e tra le città che ci trasmettevano questo senso di storia e arte è stata Verona. Dopo tanta attività in studio, abbiamo voluto ora goderci la bellezza e la meraviglia di un luogo speciale. Abbiamo subito fatto richiesta di occupazione di cinque piazze e di Ponte Pietra a Verona Film Office, l’ente a cui il comune di Verona ha affidato la gestione dei permessi per le riprese in città.

Quanto è stato importante il team impegnato in questo progetto?
Direi che è stato assolutamente decisivo! La presenza di NOOO Lens ha mostrato tutta l’importanza nel poter contare in una unit di content production in house, sia a livello strategico che nella qualità dell’output finale, grazie gli scatti realizzati da Alberto Chiggiato e a tutta la parte video gestita da Simone Dalla Costa.

Altri due elementi di assoluto spessore sono stati il fashion stylist Giulio Maragno, che quest’anno ha vinto anche l’International creative award curato dall’agenzia creativa MM Company, e Giorgia Bedin per il Make Up Artist, che ha portato con sé tutto il suo bagaglio di esperienza nel settore.
Lo studio degli outfit per coprire tante stagionalità, dall’autunno all’inizio della primavera successiva, passando ovviamente per l’inverno, è stato un lavoro certosino e di altissima qualità. Senza dimenticare la scelta dei modelli, che si è dimostrata perfettamente in linea con in il contesto e gli obiettivi di campagna.
Il nuovo payoff di NOOO, “Growing synergies”, ha sicuramente trovato un esempio lampante di applicazione concreta all’interno di questa esperienza, dove elemento si è rivelato un top player decisivo per l’esito complessivo del progetto.

Durante la giornata a Verona è accaduto anche qualcosa di inaspettato?
Verona è una città che ti travolge, pregna di storia e di valore artistico. Un po’ lo sapevamo ma la portata dell’impatto ci ha anche sorpreso, quando siamo arrivati a Ponte Pietra è stata una sorta di folgorazione.
Ci siamo messi al lavoro in una giornata di sole di fine settembre, con la città piena di persone e con un’energia davvero particolare. Non paghi degli scorci incredibili dei ponti e delle piazze principali, siamo andati a concludere gli scatti all’interno della casa di Giulietta.


Se dovessimo cercare la colonna sonora ideale per questa giornata di produzione?
All’interno di tanta maestosa meraviglia, c’è stato sicuramente un tocco malinconico, per questo mi sento di citare Hozier, per il suo pathos e il suo senso del “drammatico” nel cantare spesso di amore, combinazione che si addice alla perfezione alla città di Verona e alla sua storia.

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