“Cyborg Buddha”: l'Università di Padova esplora la meditazione con le nuove tecnologie

Nel vasto panorama dell'evoluzione tecnologica, l'incontro tra meditazione e intelligenza artificiale sembra essere un connubio destinato a ridefinire la nostra comprensione della mente umana. Al centro di questa affascinante fusione tra buddhismo, tecniche contemplative e nuove tecnologie, si staglia Elisa Paluan, psicologa clinica e dottoranda in Social Sciences che ci svela in anteprima i dettagli di questo affascinante studio.

  • Tecnologia e Innovazione
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01 Settembre, 2023
Intervista a cura di Ilaria De Togni

Elisa Paluan, laureata in Psicologia Clinico-Dinamica, è attualmente una dottoranda nel campo delle Social Sciences. Si sta dedicando alla ricerca dei correlati psicosociali della meditazione e della mindfulness. Recentemente, ha preso parte come oratrice a un seminario intitolato “Cyborg Buddha”, in cui ha esaminato l’impatto di pratiche contemplative millenarie sulla società moderna, considerando le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale. L’evento è stato organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata dell’Università degli Studi di Padova e ha avuto come ospite principale il prof. Francesco Tormen, filosofo e docente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Ciao Elisa, grazie per condividere con noi i tuoi studi e le tue ricerche sul futuro tecnologico della meditazione. Il titolo intrigante del seminario, “Cyborg Buddha”, suscita grande curiosità. Potresti raccontarci come è nata questa iniziativa?

Sono felice di condividere i contenuti del seminario “Cyborg Buddha”, che si inseriscono all’interno di un nuovo filone di ricerca dei Contemplative Studies. Il seminario è stato organizzato come parte di una settimana di divulgazione nelle Scienze Sociali. Come oratore principale, ho invitato il prof. Francesco Tormen, che aveva già presentato il seminario al Festival Mimesis a Udine nell’ottobre 2022 e mi ha chiesto di partecipare attivamente con la presentazione di un approfondimento. Il mio coinvolgimento è parte del mio dottorato in Social Sciences, finanziato dalla borsa di studio dell’Unione Buddista Italiana (UBI). L’UBI ha investito notevoli risorse nello sviluppo e nella diffusione della ricerca nei Contemplative Studies. In collaborazione con l’Università di Padova, ha creato un nuovo master di primo livello in Contemplative Studies, che ha attirato circa 60 iscritti. È la prima volta che la pratica contemplativa è stata inclusa nel percorso formativo del master, permettendo agli studenti di sperimentare direttamente diverse forme di meditazione, oltre agli insegnamenti teorici in filosofia, sociologia e psicologia.

CYBORG-BUDDHA. Dialogo sull’intelligenza artificiale – Francesco Tormen e Stefano Davide Bettera

Quali sono le figure chiave coinvolte in questo progetto di studio?

Il mio progetto di ricerca sui correlati psicosociali delle pratiche contemplative è guidato dal prof. Alberto Voci, un esperto di psicologia sociale. Collabora strettamente con il comitato scientifico di Padova, che include filosofi e docenti dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, come Francesco Tormen e Chiara Mascarello, a cui sono profondamente grata per il loro costante supporto. Grazie al prof. Francesco Tormen, ho avuto l’opportunità di partecipare al seminario “Cyborg Buddha” e di esplorare il legame tra Buddhismo, transumanesimo e nuove tecnologie.

Qual è l’obiettivo della ricerca?

Grazie alla collaborazione di esperti provenienti da diverse aree disciplinari, come la psicologia, la filosofia e la sociologia, siamo in grado di esplorare l’intersezione tra tecniche contemplative millenarie e contemporaneità, che comprende anche le nuove frontiere tecnologiche. Questo approccio multidisciplinare ci consente di ottenere una comprensione più approfondita degli effetti della meditazione sui membri della società moderna. Il mio obiettivo è quello di creare un ponte tra l’approccio spirituale e laico, combinando le due prospettive nella meditazione. Spero di poter contribuire alla diffusione delle potenzialità di queste pratiche nel miglioramento degli individui, come la promozione dell’empatia e della sensibilità verso l’ambiente e tutti gli esseri viventi. Lo studio si propone di rispondere alla domanda: come possiamo coltivare la prosocialità?

Quali sono gli strumenti su cui si basa la ricerca scientifica nel campo della meditazione, considerando la sua natura complessa e difficilmente misurabile?

Nella ricerca scientifica, iniziamo esplorando database per consultare studi e evidenze già raccolte. Successivamente, definiamo le metodologie: quantitative con neuroimaging o test e questionari, e qualitative con interviste per comprendere l’esperienza soggettiva. Nel mio progetto, valuto gli effetti della pratica contemplativa utilizzando un approccio multi-metodo, esplorando l’esperienza diretta e adottando un approccio multidisciplinare. Studiamo processi psicologici in diverse pratiche di contemplazione e meditazione, orientali e occidentali, cliniche e religiose, come la meditazione Vipassana, il protocollo MBSR o lo yoga. L’obiettivo è comprendere come queste pratiche influenzino il cambiamento dei nostri stati mentali e migliorino l’individuo nel complesso.

Cosa puoi dirci sugli effetti psicologici e fisici della pratica contemplativa?

Numerosi studi dimostrano gli effetti positivi delle pratiche contemplative come la meditazione su diverse aree della vita, inclusi benefici cognitivi, emotivi, benessere psico-fisico, e performance lavorativa e sportiva. La nostra ricerca si focalizza su un aspetto diverso: come la meditazione può migliorarci come individui e influenzare il nostro comportamento prosociale nel gruppo o nella comunità. Esploriamo come lo sviluppo personale attraverso la meditazione possa renderci individui più consapevoli ed empatici, creando un impatto positivo sugli altri.

In che modo una pratica antica come la meditazione si è evoluta nell’era moderna?

La pratica contemplativa e meditativa ha radici in antiche culture e tradizioni spirituali, ma si è evoluta nel corso del tempo per adattarsi alla contemporaneità. Oggi non si limita solo al benessere individuale o all’aspetto religioso, ma si estende anche alla cura di sé e al recupero della dimensione etica. Questo significa che, oltre a cercare il miglioramento personale, la pratica contemplativa si concentra anche sul contributo di ogni individuo alla società, sia a livello micro che macro e per farlo fa sempre più spesso ricorso alla tecnologia.

Quanto può contribuire la tecnologia nella pratica contemplativa?

Nel mio studio ho esplorato applicazioni promettenti e ben testate per la meditazione. L’uso di app mobili su tablet e smartphone offre un accesso immediato e conveniente, rendendo la meditazione più accessibile a un pubblico più vasto. Questo è particolarmente utile per i principianti o coloro che hanno difficoltà ad accedere a corsi in presenza. Grazie a queste nuove tecnologie, le persone possono praticare ovunque e in qualsiasi momento, con flessibilità senza precedenti. Le app forniscono anche dati preziosi per valutare l’esperienza e l’interesse verso la meditazione, consentendoci di personalizzare le risorse e offrire un supporto più mirato alla pratica.

Quali sono le potenzialità dell’intelligenza artificiale applicata alle esperienze contemplative?

Le nuove forme di intelligenza artificiale, come realtà aumentata e realtà virtuale, stanno aprendo nuove prospettive nella pratica della meditazione. Ambienti virtuali guidano la meditazione con paesaggi naturali o forme astratte, offrendo una visione a 360° e interazioni sensoriali. Si sfrutta il potere del suono con musiche e tracce guida, e il body scan per la consapevolezza del corpo. Alcune forme di realtà aumentata offrono sensazioni tattili come la brezza sulla pelle, arricchendo l’esperienza contemplativa. L’intelligenza artificiale rende la pratica più immersiva, stimolando i sensi e recuperando la dimensione corporea, migliorando l’esperienza individuale e promuovendo l’interazione sociale.

Quali sono i primi risultati osservati sull’applicazione delle nuove tecnologie alle pratiche contemplative?

I risultati della ricerca sono promettenti: l’uso delle nuove tecnologie ha aumentato la soddisfazione del pubblico e migliorato il benessere nelle pratiche contemplative. Le tecnologie offrono un accesso più ampio a queste pratiche, ma è consigliabile integrarle con insegnamenti in presenza da esperti per massimizzarne l’efficacia. L’uso delle applicazioni come supporto quotidiano, combinato con l’accompagnamento di un insegnante competente e informazioni approfondite sulle varie discipline contemplative, offre un’esperienza completa e di valore aggiunto.

Quanti partecipanti coinvolge lo studio e quali sono i metodi utilizzati per condurre la ricerca?

Il rapporto tra Buddhismo, transumanesimo e intelligenza artificiale è oggetto di numerose pubblicazioni a livello globale, coinvolgendo campioni fino a 6000 partecipanti. Nel mio progetto di ricerca per il dottorato, mi concentrerò sugli effetti delle pratiche contemplative su individui e comunità, con un’attenzione alla tecnologia. La ricerca multidisciplinare durerà circa 3 anni e utilizzerà approcci quantitativi e qualitativi, coinvolgendo sociologi, psicologi e filosofi. Raccoglierò dati tramite interviste, questionari e monitoraggio di indici fisiologici, coinvolgendo adulti sani provenienti da diverse regioni italiane. Attualmente sto analizzando dati di un campione di circa 400 persone e proseguirò coinvolgendo gruppi altrettanto numerosi.

Qual è l’opinione dei buddisti e degli spiritualisti riguardo al transumanesimo e alle nuove tecnologie?

Il transumanesimo mira al superamento dei limiti umani e vede l’essere umano come apice dell’evoluzione. Il buddismo, invece, promuove il rispetto per ogni forma di vita e mira a superare l’antropocentrismo e lo specismo. Queste differenze creano divergenze tra le due visioni, ma possono offrire un contributo reciproco. Il buddismo non cerca una super-intelligenza o longevità, ma si concentra sull’accettazione e la saggezza, promuovendo il miglioramento attraverso l’incorporazione di concetti come l’impermanenza. Attraverso la diffusione delle pratiche meditative, il buddismo cerca di influenzare positivamente il transumanesimo, favorendo l’accettazione della natura umana.

Elisa Paluan

Elisa è laureata in Psicologia Clinico-dinamica, abilitata come psicologa e iscritta all’Albo degli Psicologi e delle Psicologhe del Veneto. Attualmente, sta specializzandosi in psicoterapia analitica presso la scuola AION di Bologna e sta seguendo il dottorato in Social Sciences presso il Dipartimento FISPPA dell’Università degli Studi di Padova.

Il suo progetto di dottorato si concentra sul filone emergente degli studi contemplativi, che indaga le pratiche contemplative da diverse prospettive e utilizza approcci multidisciplinari e metodi diversificati. Il suo lavoro di ricerca si focalizza sull’impatto delle pratiche contemplative sugli individui, i gruppi e le società, considerando le implicazioni psicosociali, etiche e spirituali di queste pratiche e la loro diffusione in vari contesti.

Ha già collaborato con la Scuola di Psicologia dell’Università degli Studi di Padova, conducendo una ricerca storica sulla Psicologia accademica patavina in occasione dei cinquant’anni dalla prima istituzione del corso di laurea in Psicologia a Padova. Ha anche collaborato con la Biblioteca di Psicologia F. Metelli, partecipando alla cura di seminari di approfondimento sui padri della psicoanalisi.

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